La natura matrigna – come la descriveva Leopardi – con le sue regole che sembrano a volte crudeli è capace di riscatti che scaldano il cuore e la storia di Marat ce lo racconta.
Marat è un puledro di Przewalski nato in cattività nello Zoo del Minnesota. Come rappresentante di una razza considerata in pericolo di estinzione, la sua nascita era stata salutata con grande entusiasmo ma… a pochi giorni dal lieto evento qualcosa ha iniziato a girare nel verso sbagliato.
Nato con problemi agli arti, il puledro aveva non poche difficoltà a stare in piedi e non riusciva quindi a seguire la madre nel branco. Di contro stava molto a terra, causa probabile di una sepsi batterica. Quando Marat ha mostrato i primi segni di malessere era già grave, come spesso succede nei cuccioli di tutte le specie. È stato quindi ricoverato subito nell’unità di terapia intensiva neonatale dell’Università del Minnesota dove è stato trattato per una polmonite e altre infezioni.
Grazie alla scienza, alla sua voglia di vivere e alla dedizione di chi l’ha seguito, il piccolino si è ripreso ma purtroppo i suoi problemi non erano ancora finiti. Nel momento in cui il puledro è stato ricongiunto con la madre Nady, questa l’ha rifiutato. Probabilmente seguendo la stretta regola dettatagli dalle ragioni della natura che difficilmente prevede una seconda chance.
Fortunatamente a questo punto della storia arriva l’altra faccia della natura. Quella che vede in quello materno uno degli istinti più potenti e meravigliosi al mondo.
E questa altra faccia della natura si chiama Alice, una pony che, avendo perso da pochissimo il proprio puledro, ha immediatamente accettato Marat come suo.
Scienza, etologia e il senso pratico di una mamma
Secondo gli esperti del centro del Minnesota, si tratterebbe di uno dei primissimi casi documentati di maternità surrogata che vede protagonista un Przewalski.
«Trattandosi di una razza selvatica, una delle pochissime rimaste al mondo, il loro comportamento può essere un po’ diverso da quello degli altri equidi» ha spiegato Randy Kochevar, uno dei responsabili della salute degli animali dello zoo del Minnesota. «Non sono mai stati veramente soggetti alla domesticazione e quindi non conosciamo così approfonditamente le loro dinamiche».

Per fortuna, anche dove non arriva la conoscenza umana, gli animali sono capaci di mostrarci come le cose possono funzionare bene lo stesso. Marat e Alice hanno costruito un legame solidissimo che sta facendo molto bene ad entrambi. Vivono serene giornate al paddock insieme esattamente come se fossero mamma e puledro. La prossima sfida, dopo che Marat sarà cresciuto e non avrà più bisogno di Alice, sarà però restituirlo al suo gruppo originale e alla sua vita di cavallo selvatico, con le gerarchie di un branco che Marat di fatto non conoscerà.
«Marat e Alice rimarranno insieme ancora un paio di mesi – spiegano gli esperti – dopo di che ognuno tornerà alla propria vita precedente. Marat è un cavallo selvatico, con una forte personalità. Oltre tutto è un maschietto e già adesso sta mostrando a chi lo accudisce che ha la caratura di un vero boss» spiega la dottoressa Annie Rivas che non perde di vista un attimo questo incredibile connubio con la pony.
Che dire… Possiamo solo imparare…